lunedì 1 marzo 2010

Deadhouse (1) T.E.C.O.S.

Supponiamo una cosa, adesso, facciamo così, proviamo a cercare di spiegare in un altro modo abbastanza semplice, per ipotesi, sì, facciamo un’ipotesi, facciamo che un giorno mi sono svegliata e dato che era tanto, un sacco di tempo, che sentivo dentro che mi mancava qualcosa di essenziale per essere felice, sono entrata in una stanza e un biglietto di viaggio mi è caduto tra le mani, un viaggio, non ci avevo mai pensato, credevo che non fosse possibile, fare un viaggio, non ci avevo mai lontanamente pensato, forse brevi gite, ma viaggi no, mai, ed ecco adesso che mi ritrovo un biglietto tra le mani, non è neanche troppo lontano il posto in cui devo arrivare, no, non sarà facile, questo no, quando mai qualcosa è facile, allora devo solo scegliere, partire oppure no, lascio tutto e parto oppure resto ancora qui, no, non è facile, il tempo che ci metto a decidere arriverà lui prima di me, da me, un viaggio, non so se voglio farlo questo viaggio, non so se ne ho il coraggio, non so se sarà rischioso, ma ho paura, e la paura non fa neanche in tempo a salire che il treno è già davanti a me, non lo so, non so se devo salire o tornare nella mia camera in affitto, l’ho scelta io quella camera in affitto, e sono andata via da casa mia per entrarci, ma alla camera non ci penso neanche tanto, non vale la pena continuare a stare in un posto che non è e che non sarà mai tuo, ci sono i ricordi, sì, ma i ricordi se ne vanno se non ti soddisfano abbastanza, e io sono davanti al treno, salgo e il treno parte, è partito, non ha neanche chiuso la porta e già è partito, e c’è tanta luce, troppa luce, accecante, corre, tutto entra dentro, tutto quello che c’è fuori è nitido e visibile, ma il treno va troppo veloce per capire bene cosa ci sia davvero fuori, inizio a tremare, cazzo sto tremando, e sto ascoltando una canzone, sempre la stessa, poi finisce e quando finisce scendo, prima stazione, il treno non se ne va, me ne vado io, sono scesa poco lontano e me ne sto andando, ho avuto paura, mi sento ancora l’adrenalina della corsa addosso, ma ho avuto paura e me ne voglio andare, magari mancherò a qualcuno nella mia camera in affitto, magari prendo un altro treno e torno a casa mia e mando tutti a cagare, e allora mi giro e inizio a camminare per la mia strada, cammino, vado avanti, poi mi volto, il treno è ancora lì e qualcosa mi dice che ho fatto un errore, ma non so se è giusto andarmene così, e in quel momento mi chiamano dalla mia camera in affitto e mi chiedono dove cazzo sono finita e io dico che sono sempre stata lì, e ripenso alla solitudine in quella camera del cazzo, mi volto, faccio uno scatto e corro verso il treno, ci salgo, la porta non fa neanche in tempo a chiudersi che siamo di nuovo in viaggio, siamo, siamo perché siamo in due, io e un tizio e fin adesso abbiamo solo guardato fuori, chissà se attaccherà bottone e mi dirà qualcosa, chissà se sarò in grado di dire qualcosa di decente senza rovinare tutto e magari non passare il viaggio da sola, ma per adesso abbiamo solo guardato fuori, con gli occhi nella luce, nelle cose che passano, nei colori e nei profumi, i profumi, il profumo della pelle, alle volte, il profumo della pelle è troppo forte, lo sento anche se è lontano da me, mi richiamano dalla mia camera in affitto, rispondo che non torno e che non mi devono scassare il cazzo, allora mano nella borsa, sempre la stessa, quella è un ricordo di una persona che non è mai stata come volevo io, prendo le sigarette, ne metto una in bocca, la tengo stretta tra le labbra, mentre nella luce cerco l’accendino, l’accendo, un grande lungo tiro, poi tutto fuori, fumo denso e disegni nell’aria, galleria, ho paura, sta durando tanto il buio, non vedo niente, solo il fuoco della sigaretta, non riesco a vedere nient’altro, un buio che dura una vita, mi prende la tachicardia, è tornata la luce, lui è davanti a me adesso e mi prende un colpo, mi chiedo cosa ci stia facendo lì a fissarmi e cosa ci faccio io qui a fissare lui, con la sigaretta in mano e la voglia di birra che ho tutte le sere, ma adesso non è ancora notte, ho una fitta, il braccio sinistro mi tira e mi brucia, una sensazione forte di dolore, che strano, così all’improvviso, ma non mi allarmo perché un dolore così l’avevo già provato, ma torno a tremare, lui si avvicina e sento la sua pelle, e tutto si ferma, per un piccolo istante tutto si ferma, e arriva un’altra galleria, penso che voglio bere fin quando non muoio di dolore, berrei anche adesso, ma sono le 10.46 di mattina e quello che provo mi spaventa, e sono stanca, sì, tanto stanca, stanotte per qualche forse inutile motivo ho dormito poco più di due ore e mi sono svegliata alle 4.47 spaccate e non sono più riuscita a dormire, ed ero scesa dal treno, sì, sono scesa dal treno, ho pensato avessero sbagliato passeggero e sono scesa, non sono ancora andata via, questo no, ma sono scesa, il treno non lo vedo più, penso sia ripartito, e ho messo un’altra canzone, anzi, ne ho messe tante, magari mi aiutano a capire qualcosa, e mi accendo l’ennesima sigaretta qui davanti e cerco di capirci qualcosa, penso che alla fine è stato troppo facile, ma se mi hanno lasciato scendere ci sarà un motivo, o forse mi hanno lasciato andare via proprio perché il motivo non c’era, e ho un sacco di cose per la testa adesso, forse dovrei risistemare la mia camera e attaccare tutti i testi che ho trascritto, devo spostare il pc e devo sistemare la ciabatta che se si sovraccarica è un casino, cazzo, il gatto, ogni tanto non me lo ricordo che c’è, penso che dorme, dorme sempre con la lingua di fuori e mi fa le fusa quando arrivo, allora arrivo e mi metto a letto, aspettami, lui mi aspetta e si mette a letto con me, che bello diocane, arrivo, ho ancora una canzone da ascoltare prima di andare definitivamente via, magari così l’odore della sua pelle andrà via, andrà via, magari mi manca dopo, sì, magari arrivo e voglio rivederlo e non ce la faccio più, sì, magari a un certo punto impazzisco e capisco che sto andando avanti senza punti fermi da un sacco di tempo, ma che anche se sono scesa ho ancora il suo profumo nel naso, penso che per un istante mi ha visto tremare e che non mi sono fermata, ma qualcosa è andato storto, magari devo solo aspettare che arrivi il fine settimana per avere le idee chiare, magari devo solo riuscire a mettere un punto. Un punto a tutto questo. Dimenticarmene, poi andare a capo.
 
May I Kiss Your Wound…?
Maybe that will heal my soul.
Free me from this tomb,
Light my darkness.
Make me whole.
Let me take your hand and together we shall fly
To a lonely place where as lovers we can die.
In a land so dark
Of seven moons
Eternal night
In this land of (a) thousand stars
Yet for us
There is no light.
 
May I Kiss Your Wounds?
Maybe that will heal my soul.

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Lost In Tears 4.0 (con)templating Madness