lunedì 1 marzo 2010

None Deserves None

None Deserves No One.
So, That's As You Like It.
How Could I.
How Could I Regret,
If None Deserves No One.

Sospendere a divinis.
 
L’aria.
L’aria fredda, da stringersi in un maglione. Tra le proprie braccia. Sulla sabbia.
Con il profumo degli alberi che si ergono immensi dietro di te.
 
Perchè?
Uno da qualcosa si può sempre svegliare. Non ha importanza per quanto, tutto quello, sia durato. Perché uno, da qualcosa, si può sempre svegliare. O andare, in un certo senso, per la prima volta a dormire.
Ma forse sta diventando troppo facile prendere, iniziare a chiudere tutte le porte, davanti a valorosi incapaci di aprirle. Le porte.
Con uno che insegue un sogno in mezzo a miliardi di sogni inutili. Insegue un sogno inutile, ingiustificato e insoddisfacente. Senza pretendere nient’altro. E accontentarsi un po’ come morire. Fino a un basta.
Ma forse sta diventando troppo facile, prendere e iniziare a chiudere ogni porta, davanti a valorosi incapaci di aprirle. Le porte e i valorosi.
I meritevoli.
Fin quando nessuno merita nessuno.
Le porte e i valorosi.
 
Io non lo so.
Tu non lo sai.
E non lo sa neanche qualcun altro.
Dovrebbe essere sufficiente per smettere di farsi domande quando qualcuno perde qualcuno.
In effetti, non ha la minima importanza, se nessuno ti ama.
Né, tantomeno, se tu non ami nessuno.
Nella tranquillità illogica dell’apatia.
Mentre sai che a volte è meglio depositare le armi, nella guerra.
E non perché la stai perdendo.
 
Con il sapore della fine in bocca.
Il sapore di non avere bisogno di nessuno.
E di non volerlo, nessuno.
Presenza inutile e sbagliata in una vita, di un altro, che non hai capito.
Presenze inutili di quando uno sta bene come sta.
Fino a quando c’è qualcuno che riesce a toccarti.
A toccarti, allora è droga e dipendenza.
 
Durante la perdita di ogni controllo.
Parole come musica.
Fil è malata e nessuno riesce a curarla dalla sua malattia. Né scienza né religione, né preghiere. Né miracoli. Di un’aura percepibile a cui ci si inchina, alle volte, di una fierezza brillante. Malata di paura di sé stessa. Uno non ha paura di niente, di niente no, ma di sé stesso sì. Se solo imparasse a chiudere gli occhi ogni tanto e a farsi bastare.
Discorsi come danze.
 
Un altro giorno è finito.
E che uno lo voglia oppure no (perché magari non ci riesce) domani ci si dovrà risvegliare. Con i valori e con altre fini, che per fortuna sono scelte.
E sono stanca che tutto non possa essere semplice come io voglio quando invece lo è. Basta correre. Basta cercare. Basta aspettare.
Basta perdersi.
Tanto, ognuno, nella vita, ha quello che si è meritato.
E allora non c’è neanche problema, se nessuno merita nessuno.
Se l’unica porta che il valoroso è riuscito ad aprire è una porta sul vuoto.
 
Movimento meccanico delle onde sotto il cielo di notte. Contro le stelle.
Il riflesso della luna che spacca il mare.
Se mi accendo una sigaretta sarà la quarta in meno di un’ora.
Per bruciare i pensieri del giorno che è finito.

None Deserves No One.
So, That's As You Like It.
How Could I.
How Could I Regret,
If None Deserves No One.

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