lunedì 1 marzo 2010

Anima

Anima.
Il cielo scuro e la quiete dopo la tempesta.
La scogliera.
Il vento veloce, da strappare i vestiti.
Nel freddo.
L’orizzonte. E la fine.
Il sole che va via, nel vento, che annega nel mare.
La luce che scompare.
Il cielo scuro e la quiete dopo la tempesta.

Ho continuato ad aspettarti.
La pioggia. Il silenzio.
Poi la Musica.
 
Ho sognato di guardarti. Qualcosa… come non l’ho vista mai, nel tempo.
Con la paura che ti scorre nelle vene. Contro i desideri.
Sogno adesso. Se vieni inizio a perdermi.

Adesso non ho paura di perdermi.
La corsa a perdifiato verso tutto ciò che voglio.
Ansimando.
 
Fottuta asincronia. Io, lui e il nulla. Il tempo sbagliato.
Sono io che creo il momento giusto.
E ho sognato di guardarti. Qualcosa come non l’ho vista mai nel tempo.
Nelle strade.
Ho girato in macchina per ore, nel traffico, nella musica, tra la gente, con le parole in testa.
Le parole in testa.
Con la paura che ti scorre nelle vene, contro i desideri.
Sogno adesso, se vieni inizio a perdermi.

Adesso non ho paura di perdermi.
Di prenderti. Strappando tutto ciò che ci lega a un passato che non esiste più.
Un gioco troppo grande per entrambi, la vita, o forse fottutamente troppo piccolo.
E l’orgoglio, troppo grande.
Se tu fossi adesso qui, li strapperei tutti quei lacci che ti tengono fermo.
Ma non c’è più voglia.
Non ho più volontà.
Ad occhi chiusi, perché a volte fa troppo male guardare.
Chiusi per spegnere il cervello.
Un salto oltre la riva.
Con i piedi bagnati.
La pelle al freddo. Nel ghiaccio.
Paura di sentire l’unica cosa che si sa ascoltare.
 
Fa lei con sguardo spento, grigio, una sigaretta tra le dita, una di tante, il fumo, la stanza e la finestra. L’orizzonte.
Andare oltre quando non si ha paura. Il tempo. L’attimo che è passato. In ogni fine e in ogni inizio. L’astio. Ma nessun rimpianto. Mai.
C’è chi è destinato a morire con i propri sogni. C’è poco da essere ottimisti quando non dipende da te. Con un fottuto amaro in bocca, che si insinua addirittura nei polmoni, col fumo, l’amaro, nebbia della volontà. Fottuto pragmatismo.
Di parole ormai ne hai sentite tante. E alle volte l’amore è intollerabile. Inutile. Indegno. E devi sopportare. Darsi. E prendersi. E alla fine disprezzarsi.
Adesso “il bastone tra le ruote” me lo tengo ben stretto tra le mani, e sono pronta ad usarlo.
Fottuta asincronia. Io, lui e il nulla. Il tempo è sbagliato.
Ma quasi, quasi lo chiamo.
Oltre tutto, può sempre correre qui da me.
Contro tutto, possiamo stare insieme, anche se il meglio sta sempre da un’altra parte.

Tutto perdere, per sempre trovare.

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